Il carciofo, Cynara scolymus, é una pianta originaria dell’Africa del Nord e del bacino del Mediterraneo.
E’ un vegetale dal portamento maestoso che possiede un’infiorescenza carnosa chiamata capolino come tutti i fiori appartenenti alla famiglia delle Composite o Asteracee (vedi margherita).
Le infiorescenze sono consumate nelle cucine di tutto il mondo prima del momento della fioritura. Le foglie sono molto spesse ed hanno un colore che vira al violetto.
Il carciofo è un ortaggio longevo molto decorativo grazie alle sue grandi foglie ed ai suoi fiori blu-violacei (infiorescenza composta da molti piccoli fiori tubolari).
Le inflorescenze (dette anche teste di carciofo) costituiscono la parte commestibile prima della fioritura.
Si mangia il ricettacolo (il fondo di carciofo) e la base carnuta delle brattee. I peli che si tolgono e che si trovano all’interno sono le parti che poi si svilupperanno in fiori.
Alla sua famiglia botanica appartengono molte piante conosciute e utilizzate come prodotti alimentari o come piante medicinali: il dente di leone (tarassaco), la lattuga, la cicoria, la bardana, la centaurea, la barba di becco, la scorzonera, il tanaceto, l’artemisia, il cardo mariano, la camomilla, l’arnica, ecc.
VIRTU' TERAPEUTICHE
Il carciofo è soprattutto usato per i problemi del fegato e della cistifellea (detta anche colecisti o vescicola biliare). Le sue foglie sono tradizionalmente usate per le loro virtù digestive e regolatrici delle funzioni epatiche e biliari. Il carciofo é raccomandato in particolare per la pigrizia dell’intestino e per i blocchi intestinali. È una fonte elevata di fibre alimentari e d'inulina, due composti che contribuiscono ad una buona salute intestinale.
Possiede un forte potere antiossidante. Spesso apprezzato in cucina per il gusto raffinato del suo « cuore », il carciofo è anche una verdura ricca di sostanze nutritive.
Mangiato caldo in una minestra o freddo in insalata, può soddisfare sia le attese di raffinate forchette che quelle di persone interessate alla propria salute.
Questa pianta è una fonte inesauribile di nutrienti come vitamine e sali minerali : rame, magnesio, ferro, manganese, folati, calcio, fosforo, potassio, zinco, vitamine K, C, B1, B2, B3, B6 ; quindi si può immaginare la serie innumerevole di virtù legate alla loro presenza. Inoltre con il suo sapore amaro stimola la digestione ed ha ispirato la nascita di liquori amari da consumare a fine pasto.
La foglia di Carciofo contiene derivati polifenolici dell'acido clorogenico, fra cui la cinarina, che hanno virtù depurative importanti. La cinarina è conosciuta per stimolare allo stesso tempo la formazione e l'eliminazione della bile, il prodotto della colecisti.
Inoltre questa pianta contiene : flavonoidi, carboidrati, mucillagini, pectine, inulina, tannini, acidi organici (malico, lattico, glicerico, glicolico); sali minerali, derivati sesqui- e tri-terpenici, vit. C, B1, PP e olio essenziale.
Si usa per curare l'ittero ; abbassa il tasso di colesterolo, riducendone la produzione, e lo rimuove dalle pareti vasali; riduce l’ateriosclerosi a placche.
Sul sistema digestivo ha un’azione purificatoria, esso disintossica e stimola il buon funzionamento del fegato e fa bruciare più in fretta i grassi. Abbassa la glicemia, la chetonemia, la glicosuria.
E una pianta coleretica, colagoga, lassativa, diuretica.
Il carciofo in tintura madre esercita un'influenza favorevole sulla funzione biliare e regolarizza il tenore di colesterolo. Stimola il metabolismo dei grassi e protegge il fegato. È per questo che si utilizza regolarmente in caso di problemi digestivi ed in occasione di diete. Le tinture sono estratti idro-alcoolici ad alta concentrazione. Sono prodotte soprattutto a partire da piante fresche che provengono da raccolte selvatiche (in zone naturali protette e non inquinate) o da coltura biologica controllata. In funzione del tasso di umidità e della specie, si utilizza fino a 750 g di pianta fresca per litro di tintura.
Le tinture contengono dunque la totalità dei principi attivi ad un alto tasso.
Note, avvertenze e controindicazioni
Il carciofo è generalmente ben tollerato e non dà problemi secondari.
Tuttavia deve essere utilizzato con cautela nei soggetti con calcolosi biliare per i suoi effetti stimolanti sulla ghiandola biliare, e in ogni caso valgono le classiche regole di prudenza : consultare sempre un medico, informarsi soprattutto se si è in gravidanza o allattamento e non somministrare ai bambini al di sotto dei 3 anni di età.
CURIOSITA'
Il carciofo é derivato dal cardo selvatico (Cynara cardunculus) del quale sono state ritrovate delle illustrazioni sui monumenti dell’antico Egitto. Dal primo secolo dopo Cristo, la sua coltivazione é già ben conosciuta in tutto il bacino del Mediterraneo. Ma é solo nel XVI esimo secolo che viene riscoperto e introdotto in Europa dove viene considerato un vegetale di lusso alla stregua degli asparagi. Dal XVI esimo secolo, si conoscono due tipi di carciofo, che sono classificati secondo la forma conica o rotonda del loro grosso capolino floreale : da queste tipologie iniziali so sono sviluppate molte sotto-varietà con nomi regionali e caratteristiche proprie. In Sardegna, Liguria, Piemonte e Lombardia è usato di preferenza il tipo “Spinoso sardo”, nel Lazio ed in Campania sono molto apprezzati i tipi a pezzatura grossa come il “Romanesco” e “Campagnano”, in Toscana è tradizionale il “Violetto di Toscana”; queste varietà possono essere anche molto cari da acquistare nei mercati contadini, e sicuramente a prezzi più alti rispetto al tipo più coltivato in Italia, il “Catanese”. All’estero troviamo i grandi camus della Bretagna, il grande verde di Laon (detto “testa di gatto„), il verde di Provenza, il, macau, il violetto di Provenza, ecc… Le virtù terapeutiche delle foglie sono messe a profitto nel XVIII esimo secolo e descritte nelle loro opere da Chomel e Lémery. Noël Chomel era un agronomo ed enciclopedista francese vissuto tra il 1633 e il 1712, autore del famoso « Dizionario economico, contenente diversi modi per aumentare il proprio bene e conservare la propria salute ». All’epoca egli raccomandava il carciofo nel trattamento dell'itterizia. Nicolas Lémery (1645-1715), era un medico e chimico francese.