Il tarassaco più che con il suo nome botanico è noto con mille appellativi comuni che ne dimostrano l'enorme diffusione: "dente di leone", "soffione", "dente di cane", "cicoria matta" e "piscialletto" sono alcuni dei nomi in uso nelle varie regioni italiane per indicare questa erbacea perenne rustica, cioè resistente al gelo.
Le foglie del tarassaco sono oblunghe, glabre, frastagliate cioè con i lobi triangolari dentati simili per forma ai denti del leone, e formano rosette alte anche una trentina di centimetri. Sono assai ricche di vitamine e sali minerali perciò si raccolgono in primavera, quando sono tenere, e si mangiano crude, mischiandole all'insalata.
I fiori gialli, dal colore molto deciso, sono solitari, eretti su lunghi steli e appaiono tra aprile e ottobre. Se il tempo è cupo, quando viene sera e se vengono recisi e posti in un vaso questi fiori si chiudono. Al termine della fioritura avviene la loro trasformazione in quello che comunemente è detto "soffione", cioè la sfera lanuginosa tipica di questa pianta erbacea.
VIRTU' TERAPEUTICHE
Grazie alla presenza di taraxacina il tarassaco facilita e migliora la digestione aumentando la secrezione delle ghiandole dell'apparato digerente e stimolando la produzione di saliva e succhi gastrici e pancreatici.Esercita un effetto protettivo sul fegato, stimola la produzione di bile e facilita lo svuotamento della cistifellea.L'aumento della produzione di bile favorisce, a sua volta, i movimenti intestinali.La medicina popolare consiglia il tarassaco come diuretico, per depurare il fegato, contro i reumatismi, la gotta e la formazione dei calcoli alla cistifellea.Oggi si sa che è utile in casi di problemi digestivi e di insufficienza epatica e biliare, disturbi del funzionamento della cistifellea, epatite e cirrosi.Inoltre la stimolazione della secrezione biliare conferisce al tarassaco un'ottima azione depurativa, anche in diete ricche di grassi.
Gli estratti di radice possono essere utili contro la stitichezza cronica.
CURIOSITA'
Si cominciano a trovare notizie sul tarassaco a partire dal XV secolo; documenti del 1500 ne parlano già come di un potente diuretico e altre fonti raccontano come venisse utilizzato come talismano per migliorare i rapporti sociali.
Per ciò che riguarda l'uso culinario, le foglie possono venire raccolte tutto l'anno e, sia fresche che lessate esercitano una benefica azione depurativa. Il risotto al tarassaco (mezzo chilo di foglie per quattro persone) si prepara come qualunque riso alle verdure. I boccioli non ancora schiusi posti sotto aceto si possono usare al posto dei capperi; la radice tostata in forno poi macinata fornisce un benefico surrogato del caffè.
Il termine tarassaco deriva dall'arabo tarashaqun (cicoria).
Il pappo chiamato anche "soffione" rappresenta da sempre un gioco campestre di bambini e adulti.